Cenni storici - Angelo Gazzo
Ecco un paio di lettere che documentano chi fosse Angelo
Gazzo, Patriota paviotto che dà il nome alla strada
principale di Paveto.
(Da 19esimo KM - N.73 Febbraio 2005 di Tino Sobrero)
RACCONTI DI VITA : DEDICATO AD UN AMICO.
Questa vuole essere una testimonianza alla memoria di un amico caro.
L'unico rammarico è che, mancandomi la formazione culturale
adeguata, non sono in grado di ricordarvelo come meriterebbe.
Anagraficamente il suo nome era Angelo GAZZO, ma
per tutti era solo Mario, nato a Mignanego il 2-2-1901 e se non
era presente, per distinguerlo da altri omonimi si completava aggiungendo:
di Giovanni il falegname (Mario de Giuan u bancà) Debbo fare
un salto molto a ritroso nel tempo, quando la mia mente ha iniziato
a memorizzare, cioè quando ero un bimbo di circa 4 anni e
lui era sula trentina. Data questa differenza di età io lo
vedevo come un protettore, un giovane dal prestigio carismatico.
Le nostre abitazioni erano attigue, nello stesso caseggiato: Suo
padre era proprietario anche dei locali da noi occupati che comprendevano
bottega di generi alimentari e osteria gestita dai miei genitori.
Ciò dava la possibilità a Mario di trovarsi sovente
a casa nostra, talvolta anche a consumare un modesto, pranzo o cena.
Sempre premuroso, versatile, sapeva sbrigare con abilità
lavoretti di ogni genere. Mi aveva destinato un, nomignolo caratteristico:Tii
Tii.
Solo lui mi chiamavà: così e l'ha fatto sempre.
Mi leggeva il "CORRIERINO DEI PICCOLI" e quando frequentavo
le scuole. elementari, i miei, per farmi proseguire gli studi mi
avevano affidato a parenti abitanti in città e poi sistemato
in un convitto (collegio) sicchè mi era più difficile
vedere il caro amico. Poi era scoppiata la guerra.
Mario, in società con un amico aveva rilevato un officina
per lavorazioni in ferro e inoltre dedicava giustamente e felicemente
il suo tempo libero alla fidanzata: la dolce e cara signorina Iride
Ogni tanto mi recavo presso la sede del suo lavoro, ma raramente
lo trovavo; era sempre fuori per procacciarsi altri lavori. Non
era solo quello il suo lavoro era stato incaricato di svolgere una
missione, nobile, ma assai rischiosa e à conoscenza di pochi
cioè adoperarsi, per ideali liberali, cercare di costituire
una formazione. di giovani pronti ad appoggiare la guerriglia che
stavano combattendo i partigiani; Erano le leggendarie S.A.P.
Nella primavera del 1944 Mario veniva arrestato dalle squadracce
potitiche della milizia fascista e portato alla allora famigerata
casa dello studente. Non era riuscito a disfarsi di una paginetta
contenente'i nomi di alcune persone contattate per l'adesione alle
S.A.P.
Parte di queste persone venivano arrestate, compreso il suo socio
in affari: Altre riuscivano a rendersi irreperibili. Gli arrestati
condotti anch'essi alla casa dello studente non subirono gravi maltrattamenti
perché Mario era riuscito a non coinvolgerli anche se sottoposto
a torture e sevizie. Crimine conosciuto solo al termine delle ostilità,
dopo la liberazione il socio di lavoro di Mario, raccontava che
nel periodo che era stato prigioniero politico sistemato assieme
ad altri, in un'ampia sala che serviva da cella, un giorno veniva
trascinato al loro cospetto e lasciato cadere pesantemente a terra
un prigioniero in stato di incoscienza, con il volto tumefatto,
si contorceva tenendosi il ventre, lamentandosi: ERA MARIO. Quella
scena durava un attimo, perché carcerieri venivano subito
a riprenderlo. O avevano sbagliato cella, oppure presumibilmente
era un monito per intimorirli e convincerli a fare confessioni.
Nessuno ha più avuto notizie di Mario, neanche i suoi genitori.
Improvvisamente il 2 febbraio 1945 un quotidiano genovese pubblicava
in una pagina interna, una breve ma tremenda notizia: il tribunale
speciale straordinario (fascista) ha emesso sentenza di condanna
a morte mediante fucilazione nei confronti di Angelo Gazzo (e un
altro che non ricordo il nominativo) responsabili di crimini di
guerra, rapina a mano armata e associazione a delinquere (vili e
vergognose menzogne). L'esecuzione è avvenuta questa mattina
al forte S.Giuliano. ERA IL GIORNO DEL SUO 44 COMPLEANNO. Dopo la
liberazione la salma di Mario ed altri eroi della resistenza veniva
riesumata e tra un mare di folla con migliaia di bandiere abbainate,
attraversava tutta, la città per proseguire verso, il suo
paese natio: Paveto ove riposa tuttora in un loculo del settore
G (senza numero). Anch'io partecipavo a quell'imponente manifestazione
e per un breve tratto mi venivà affidata una bandiera. Qui
termina la storia di un martire. Ciao Mario! Gloria eterna a te
e a tutti i CADUTI PER LA LIBERTA'.
PRECISAZIONE SOCIA A.N.P.I.
Ho letto col solito interesse il vostro mensile n. 73 di Febbraio,
e riguardo all'articolo del sig. Tino Sobrero, che ha conosciuto
persona.lmente Angelo Gazzo (Mario) detto Falco, desidero fare una
precisazione riguardo al luogo della sua esecuzione. Infatti non
risulta avvenuta nel Forte San Giuliano, bensì nel fossato
del Castellaccio al Righi.
Naturalmente questo non cambia l' importanza del sacrificio, il
valore e la generosità del nostro martire. - Io sono socia
dell'A.N.P.I. Provinciale e partecipo alle commemorazioni varie
dei nostri Patrioti durante l'anno, in particolare, considerato
che il Partigiano Angelo Gazzo, riposa nel cimitero del paese che
io frequento da oltre 50 anni.
A noi risulta in effetti, che Angelo Gazzo è stato prigioniero
con altri nel Forte di San Giuliano. - Una parte di questi sono
stati portati al Forte di San Martino e fucilati (qui c'è
stato quel particolare definito "contrattempo" che ha
rivelato il coraggio di quei Carabinieri che si sono rifiutati di
sparare) -
Angelo Gazzo, invece, è stato portato alla Casa dello Studente
e ivi torturato per estorcergli informazioni, Angelo Gazzo non ha
parlato.
Successivarente Angelo Gazzo con altri cinque compagni sono stati
portati al Righi e fucilati. - Il corpo di Angelo Gazzo, tempo dopo,
è stato consegnato alla famiglia. Gli altri sono stati portati
a Staglieno e penso che siano nel campo Partigiani.
Quanto sopra è quello che risulta a noi ed è in base
a questi dati che provvediamo alle varie commemorazioni.
Allego copia relativa ai dettagli suindicati per la regolarità,
ma è ovvio che ovunque sia avvenuto questo eccidio, il fatto
non sminuisce il valore e il sacrificio di chi ha dato la vita per
la nostra libertà.
Gradite distinti saluti.
Margherita Faraboschi
Trascrizione della lapide posta presso il Forte Castellaccio del
Righi:
IN QUESTO FOSSATO, ALL'ALBA DEL 1° FEBBRAIO 1945 TRUCIDATI
DA MERCENARI DELL'INVASIONE NAZISTA TROVARONO MORTE GLORIOSA PER
LA LIBERTA' I PARTIGIANI:
- SABATINO DI NELLO (Pietro Silvestri)
- ALFREDO FORMENTI (Brodo)
- ANGELO GAZZO (Falco)
- PIETRO PINETTI (Boris)
- LUIGI ACHILLE RIVA (Foce)
- FEDERICO VINELLI (Ala - Seri)
NEL DECENNALE DELLA RESISTENZA 3 LUGLIO 1955
Successivamente sono stati aggiunti
- CORRADINO NUZZI
- GIAN DOMENICO DIAMBRI
(morti rispettivamente il 18/01/1945 e il 12/03/1945)
|